Description
verso la fine degli anni settanta, un gruppo di compagni torinesi accende la scintilla che prende il nome di franti: il cattivo del libro “cuore”, quello che rompe i vetri a fiondate e non ascolta il maestro, quello che ride quando il re d’italia muore. un manifesto, più che un nome. fanno musica semplice, che sa pensare di testa propria e non cavalca le tendenze di mercato. per questo, e per il vizio di non prostituirsi, di essere comunque diversi, si trovano tagliati fuori da tutti i circuiti: quello tradizionale non li vuole perché gli sputano addosso ridendo tutte le sue contraddizioni, quello alternativo neanche, in fondo per gli stessi motivi. solo, per la strada, franti è cantante e pittore, saltimbanco e scrittore, sognatore e poeta. la poesia di franti è poesia da strada: canta frasi raccolte dai manifesti e dalle scritte sui muri, le parole della gente sull’autobus, suonano la colonna sonora della periferia della città industriale. non importa se torino, akron o marghera, bhopal o leverkusen: la città di franti è il mondo intero. la musica di franti è un giardino immaginario: dentro ci sono bob dylan, victor jara e i banshees, robert wyatt e john cale, patti smith e francesco guccini, fabrizio de andré e i crass. è una musica fatta a pezzi: sono suoni ruvidi e ritmi spigolosi, presi da un mandala di innamoramenti ed influenze. la confezione è sporca, ma il messaggio è una luce vivida nel buio obbligatorio del culto del non-futuro. l’avventura di franti dura lo spazio di una stagione ma, a dispetto della rivoluzione punk che finirà in fondo a un contratto con una major oppure suicida in un trafiletto in cronaca, franti riprende vita in nuove forme e nuovi suoni. nomi nuovi eppure sempre diversi, come nuovi e sempre diversi sono gli anni che si susseguono: howth castle, environs, yuan ye, panico, orsi lucille, banda di tirofisso, kina, ishi coinvolti in incroci, riunioni, collaborazioni, sovrapposizioni. l’avventura non è finita. il sogno non è finito. adesso c’è un bambino nuovo in città: gira in bicicletta per le strade come dante di nanni, figlio bastardo del franti bastardo, libero dai recinti della scuola e senza l’obbligo del catechismo, il sole nei capelli, un sasso in mano e una fionda in tasca. e, statene certi, non appena la sua canzone si spargerà per l’aria, il bastardo quella fionda l’impugnerà e farà volare sassi contro le finestre appena pulite che tengono lontana l’aria della strada, e lancerà un bullone rovente contro il tubo catodico del vostro televisore sempre acceso.