Description
“Se il mio corpo fosse un parlamento, avrebbe la maggioranza eterna. Ghiaccio, neve, vapore liquido scorrevole che crea, appanna, ruba l’occhio plasmando, picchia forte sui nostri ripari; a volte sbagliamo i calcoli: vapore liquido senza rabbia si porta via tutto. E intanto permette corpi, emozioni, teorie. All’acqua non frega molto che io la consideri, pur dal mio sguardo fatto comunque d’acqua, un genio miracoloso.
Ricordarmi di assomigliarle è sempre un buon gesto quando mi avvito, se ho bisogno di estinguermi in modo pacifico. A metà 2020 questo luogo è diventato per me importante, è stato il primo e poi ne sono arrivati altri, di questi posti in cui accadono mescolanze, confluenze, incontri.
Ogni corso d’acqua mi calma. Il mare lo trovo esagerato. Salato e non filtrato, violento e temibile, è di una primordialità che mi fa chinare il capo. L’acqua dolce è diversa, mi ricorda chi sono, e non da dove vengo. Mi parla di possibilità e di collaborazione. La musica dentro parla di come stavo, parla della tentazione del dissolvere i corpi, del bisogno emergente di scrivere una lettera di scuse al cugino di Neanderthal, parla della necessità di esprimere un breve testamento in un momento cardinale:
di come il fango senz’acqua diventa polvere, di un approssimativo manuale di scorrimento di liquidi.”